Una donna

E' da quando ero piccina, ma veramente piccina, che il suo nome mi accompagna.
Mia madre è una sorta di grande amiratrice dei tipi di donna come lei, aggressive, capaci, sfrontate e ambiziose.
Così gia a soli 9 anni chiedevo a lei, alla mia mamma, di poter diventare una giornalista di quello stampo. A 12 gia maturavo il fatto di dover fare una università che mi potesse formare in maniera adeguata, ancora non avevo idea di quale avrei scelto ovviamente, mentre leggevo gia quel romanzo che dedicava ad un Uomo, il suo.
Poi ne ho totalmente perso le tracce e l'interesse, se non per leggere con occhio estremamente critico, alcuni dei suoi interventi negli ultimi anni.
"...io non amo la violenza. La odio. Non mi piace nemmeno l'assassinio politico. Quando esso avviene in un paese dove esiste un libero Parlamento e ai cittadini è data la libertà di esprimersi, di opporsi, di pensare in maniera diversa, io lo condanno con disgusto e con ira. Ma quando un governo si impone con la violenza e con la violenza impedisce ai cittadini di esprimersi, di opporsi, addirittura di pensare, allora ricorrere alla violenza è una necessità. Anzi un imperativo. Gesù Cristo e Gandhi ve lo spiegherebbero meglio di me. Non c'è altra via, e che io non vi sia riuscito non conta. Altri seguiranno. E riusciranno. Preparatevi e tremate..."


Che restino le sue parole, quelle che l'hanno resa grande anni fa, che resti quella libertà che ha sempre urlato in facci a tutti.

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